La Dea Hathor, Signora dei Morti e Custode della Stregoneria

Nelle antiche terre d'Egitto, tra le sacre sabbie del deserto e le maestose piramidi, sorgeva un impero ricco di misteri e meraviglie. Al centro di questa civiltà millenaria risplendeva la figura della Dea Hathor, una divinità tanto potente quanto enigmatica, venerata come Signora dei Morti e Custode della Stregoneria. Esploriamo insieme il mito e il culto di questa divina entità.

Il Mito di Hathor

La figura della Dea Hathor, conosciuta anche come Hathor nella traslitterazione greca, occupa un ruolo centrale nel pantheon egizio. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, ma la sua presenza è documentata fin dall'antico Regno, circa 3100-2180 a.C. Inizialmente associata al cielo, all'amore, alla musica e alla gioia, nel corso dei secoli la sua influenza si estese a molteplici ambiti, tra cui la fertilità, la maternità e persino la magia.

Uno degli aspetti più affascinanti della Dea Hathor è il suo ruolo duale. Da una parte, è vista come una figura materna e benefica, protettrice delle donne, delle madri e degli artisti. Dall'altra, è anche conosciuta come una divinità vendicativa, capace di infliggere punizioni terribili ai suoi nemici. Questa duplice natura riflette la complessità dell'esistenza umana e dei suoi aspetti più oscuri e luminosi.

Hathor come Signora dei Morti

Uno degli aspetti più distintivi della Dea Hathor è il suo legame con il regno dei morti. Nell'aldilà, assume il ruolo di guida e protettrice delle anime defunte, accompagnandole nel loro viaggio verso l'aldilà. Spesso è raffigurata come una figura materna, accogliente le anime con amore e compassione. Tuttavia, Hathor possiede anche un lato oscuro in questo contesto, poiché può trasformarsi in una divinità vendicativa, infliggendo punizioni ai malvagi e proteggendo i giusti.

Il suo ruolo nei riti funerari era cruciale. Le preghiere e gli incantesimi venivano rivolti a lei per assicurare una transizione sicura nell'aldilà e ottenere il favore degli dei per il defunto. Era spesso invocata nelle cerimonie di mummificazione e sepoltura, accompagnando il defunto nel suo viaggio verso il mondo dei morti.

Hathor come Custode della Stregoneria

Oltre al suo ruolo nell'aldilà, la Dea Hathor è anche venerata come custode della stregoneria e delle arti occulte. Nell'antico Egitto, la magia era una pratica diffusa e rispettata, utilizzata per scopi sia benevoli che malevoli. Hathor, con il suo potere sovrannaturale e la sua conoscenza degli arcani segreti, era invocata come patrona dalle streghe e dagli stregoni.

Le leggende narrano di come Hathor insegnò agli umani gli incantesimi e i rituali magici, consentendo loro di accedere a poteri al di là della loro comprensione. Tuttavia, chiunque osasse usare la magia per fini egoistici o malvagi avrebbe attirato la sua ira. La Dea Hathor era tanto generosa quanto severa con coloro che cercavano il suo favore, e la sua giustizia era implacabile.

Eredità di Hathor

Nonostante il passare dei millenni, il mito e il culto della Dea Hathor persistono ancora oggi. La sua immagine è stata tramandata attraverso le opere d'arte e i testi antichi, continuando a ispirare artisti, scrittori e studiosi di tutto il mondo. La sua dualità, incarnata nella sua natura divina, continua a intrigare e affascinare coloro che cercano di comprendere la complessità dell'esistenza umana e dell'universo.

Nella nostra era moderna, la figura della Dea Hathor può essere vista come un simbolo della dualità umana e della ricerca di equilibrio tra opposti. La sua presenza rimane viva nei cuori di coloro che cercano la saggezza, la protezione e la forza interiore per affrontare le sfide della vita.

La Dea Hathor rappresenta una delle figure più affascinanti e misteriose del pantheon egizio. Come Signora dei Morti e Custode della Stregoneria, incarna la dualità dell'esistenza umana e continua a essere venerata e ricordata attraverso i secoli come una divinità potente e intramontabile.

© by Antonello Camilotto